ArchiJOINT: GREEN is the new BLACK

ARCHITETTIvsZOMBIE

 

Da qualche tempo in Italia è scoppiata un’epidemia VERDE, ma in questo caso gli Alieni non c’entrano nulla!

Conseguentemente all’entrata in vigore della legge 242/2016, nel nostro Paese hanno cominciato a proliferare produttori e rivenditori di prodotti derivati dalla canapa! Esatto, stiamo parlando di quella che secondo alcuni potrebbe essere una vera e propria rivoluzione, sociale e culturale.

La legge parla di coltivazione e commercializzazione di prodotti semilavorati per uso “tecnico” perciò, amanti dello spinello, non fatevi prendere da facili entusiasmi! Non è questo il luogo dove discutere sulla liceità o meno del consumo di marijuana sia a scopo medico sia a scopo ricreativo. Sicuramente però sarà interessante vedere in che modo un Architetto potrà contribuire alla realizzazione di quello che secondo alcuni è un vero e proprio sogno ad occhi aperti.

Un esperimento interessante è stato il concorso di idee indetto dalla piattaforma Bee Breeders dal titolo “CANNABIS BANK”; concorso pubblicato nell’estate del 2016 da professionearchitetto.it con il quale, senza mezzi termini, si chiedeva ai concorrenti di progettare un “marijuana dispenser” in una località scelta dal concorrente stesso.

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Un esperimento sociale, a detta dei banditori, “una riflessione sul modo in cui l’architettura può influenzare la società ed essere veicolo di un particolare punto di vista“.

Ma perchè la marijuana è così importante nella nostra società? In che modo una pianta, demonizzata per circa un secolo, è diventata l’emblema del benessere e della ripresa economica di intere aree geografiche?

Per noi architetti la canapa non è un elemento estraneo al mondo del nostro lavoro; infatti i semilavorati di canapa sono spesso utilizzati come coibentanti ed isolanti a basso costo nella realizzazione di residenze a basso impatto ambientale (link). In questo caso però, stiamo parlando di come possiamo contribuire allo sviluppo (o all’arresto) di un fenomeno non proprio “tecnico” come l’isolamento delle murature e delle coperture.

 

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Presto cominceremo a ricevere commesse per la realizzazione di negozi per la vendita al dettaglio, come di serre tecniche che potrebbero rivitalizzare e riqualificare territori abbandonati da anni e vedremo crescere sulle nostre scrivanie le forme di edifici dedicati al culto di questa pianta “magica” nel giro di qualche mese.

Ma non solo! Potremmo realizzare anche eleganti sale da thé dove l’aroma di marijuana accompagna le vostre chiacchierate e negozi dedicati all’arredamento canapa-friendly, oltre ad andare finalmente in giro con automobili alimentate da combustibili derivati da questa versatile pianta.

Volete la cigliegina sulla torta?

E perchè no, il prossimo Natale potremo decidere di salvare centinaia di abeti addobbando una bella pianta di canapa alta due metri!

 

 

 

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