Essere del proprio tempo è come essere di tutti i tempi.
Giuseppe Terragni
L’architetto Giuseppe Terragni, noto tristemente ai più come l’architetto di Benito Mussolini, era in realtà una figura carismatica ed autorevole nella produzione culturale del suo tempo, conosciuto in Italia come pure in tutta Europa.
- Un giovane promettente. Ancora studente gli venne chiesta una proposta per il Monumento ai Caduti di Como. Non venne accettata ma fu Terragni, alla fine, a realizzare, rivedere e correggere l’opera del vincitore, il pittore Prampolini.
- A soli ventitrè anni, un anno dopo la laurea in Architettura, è firmatario del manifesto del Gruppo7, ensamble di giovani artisti ed architetti che aveva l’abbiettivo di rinnovare completamente l’architettura.
- Ora vi racconto come fregare il Comune. Il NOVOCOMUM, una delle sue prime opere, fu l’esempio della sua sfrontatezza culturale; approvato dal comune come un edificio neoclassico, una volta terminato era completamente privo di trabeazioni e capitelli. Non sarà mai demolito.
- Muore fulminato da una trombosi cerebrale, sul pianerottolo di casa della fidanzata, Maria Casartelli, a soli 39 anni.
- Non toccatemi “siga e gatto”. Progettava principalmente di notte, nel suo laboratorio tra cenere di sigaretta, colori, fogli sparsi e…il suo gatto!
- Mario Radice, esponente di spicco dell’astrattismo italiano, lo ricorda come un vero anticonformista!
- Servì l’esercito Italiano durante la guerra in Russia; da comandante delle retroguardie di artiglieria si fece trasferire alla prima linea. Amava la brace…
- Vedeva nell’architettura il principio ed il fine dell’umanità. Essa rappresentava per lui il più potente strumento d’indagine e modifica sociale.
- Dal 1928 in poi è stato uno degli esponenti di spicco del M.I.A.R. il movimento Italiano di architettura razionale.
- Il DANTEUM è la sua grande opera incompiuta; pensata come una allegoria architettonica della visione spirituale di Dante Alighieri, non verrà mai realizzata per mancanza di fondi e sovvenzioni.
- Mio fratello è un ingegnere. Suo fratello Attilio, che fu podestà di Como (1934-1943) e poi senatore del Partito Nazionale Monarchico (1953-1958) , era un INGEGNERE!
- Curare la “sindrome del reduce”. Al ritorno dalla Guerra a Rodi, conobbe il Prof. Ugo Cerletti, inventore dell’elettroshok; questi sottopose Terragni ad un trattamento intensivo per curare la sua “sindrome del reduce”. Alcuni sostengono che sia stata proprio questa cura ad ucciderlo.
- “In Italia saremo al massimo in tre o quattro…” era solito dire, consapevole di essere tra i migliori Architetti a livello nazionale.
- Aveva un omonimo coevo e concittadino, eletto sindaco di Como dal 1946 al 1952, poi deputato e senatore.
- Il popolo insorge; vogliamo un museo! Ad oggi è in corso una petizione per trasformare la ex Casa del Fascio di Terragni in un museo dedicato al modernismo Italiano e non solo. Per saperne di più clicca qui.
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