Faber in Sardegna: Piano e De Andrè amici poeti

architetti&POPCORN

 

Titolo originale Faber in Sardegna & L’ultimo concerto di Fabrizio De André
Paese di produzione Italia
Anno 2015
Durata 119 min.
Genere documentario, musicale
Regia Gianfranco Cabiddu
Soggetto Gianfranco Cabiddu
Sceneggiatura Gianfranco Cabiddu
Produttore Sandro Bertolazzi
Casa di produzione Clipper Media
Distribuzione (Italia) Microcinema
Fotografia Enzo Carpineta, Vincenzo Carpineta
Montaggio Letizia Caudullo
Musiche Fabrizio De André
Interpreti e personaggi
  • Fabrizio De André: sé stesso
  • Dori Ghezzi: sé stessa
  • Renzo Piano: sé stesso
  • Cristiano De André: sé stesso
  • Franco Macciocco: sé stesso
  • Filippo Mariotti: sé stesso
  • Don Salvatore Vico: sé stesso
  • Ingegner Giuseppe Viscale: sé stesso
  • Agostino Zizi: sé stesso
  • Tonina Puddu: sé stessa
  • Paolo Fresu: sé stesso
  • Danilo Rea: sé stesso
  • Morgan: sé stesso
  • Gianmaria Testa: sé stessa
  • Lella Costa: sé stessa
  • Maria Pia De Vito: sé stessa
  • Rita Marcotulli: sé stessa
  • Teresa De Sio: sé stessa
  • Ornella Vanoni: sé stessa

 

Parlare di musica è come ballare d’Architettura.               Frank Zappa

 

Se siete amanti dell’Architettura, della Sardegna e di Fabrizio De Andrè, questo è un film che dovete assolutamente vedere. Il documentario ripercorre la vita dell’artista in Sardegna compreso il restauro dello Stazzu nell’Agnata in Gallura, voluto dalla famiglia De Andrè, insediamento rurale tipico derivante dal latino “statio”, stazione, luogo di sosta. Tra le varie testimonianze troviamo anche un emozionato Renzo Piano che ricorda con grande ammirazione (ed un pò d’invidia) l’amico Fabrizio.

La loro amicizia però non si è fermata ai soli ricordi passati e nel luglio 2016, lo studio di Architettura Alvisi Kirimoto + Partners insieme a Renzo Piano (al quale si deve l’idea dell’intervento), inaugurano Piazza Faber a Tempio Pausania.

 

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La piazza, circondata da edifici storici prevalentemente settecenteschi, accoglie l’idea dell’Architetto che realizza una sorta di “ragnatela” dove teli di diversa dimensione la ombreggiano e la colorano. Quando le vele sono chiuse le 12 matite colorate (in riferimento a un’ antica passione di Fabrizio De André per i pastelli Faber-Castell, da cui il soprannome datogli da Paolo Villaggio) sembrano sospese tra le pareti di granito.

La realizzazione ha previsto la disposizione di una maglia di funi d’acciaio fissate, tramite barre di ancoraggio, alle spesse pareti in granito degli edifici circostanti. La maglia forma 12 triangoli realizzati in tessuto di diverse dimensioni. Questi triangoli sono avvolgibili attorno a rulli motorizzati con un meccanismo simile a quello della vela nautica.

Questo intervento, con la sua leggerezza e la sua prorompente vitalità, ci ha permesso di confrontarci nuovamente con i piccoli centri urbani, spostando il punto di azione in alto, al di sopra della piazza, costringendo chi passa a guardare oltre i tetti, a confrontarsi con il grigio degli edifici e il colore del cielo, annullando i margini spigolosi dell’area ,” dice l’architetto Massimo Alvisi.

Guarda il progetto completo

 

 

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