ACHILLE CASTIGLIONI TOP 15

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Achille Castiglioni rappresenta la sintesi tutta italiana di quello che si potrebbe definire tranquillamente un contemporaneo Ulisse; dotato di innata curiosità e spiccato senso pionieristico. Ha traghettato la cultura ed il design italiano dal mondo dell’artigianato a quello dell’industria lungo un percorso lungo e tortuoso, fatto di errori, esperimenti e contaminazioni che tutt’oggi portiamo nel nostro bagaglio culturale. Insieme ai suoi fratelli ed ai numerosi collaboratori, il nostro Achille ha saputo cogliere in pieno lo spirito del tempo che ha vissuto, condensandolo puntualmente in ogni opera da lui concepita.

  • Sono figlio del Cavaliere. Alla nascita di Achille, avvenuta a Milano nel 1918, il padre Giannino era già un affermato scultore a livello internazionale. Nel 1924 venne insignito dell’onorificenza di Ufficiale della Corona del Regno di Italia e nel 1966 il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, in entrambi i casi per meriti artistici. I suoi figli, Pier Giacomo e Livio cominceranno la loro attività come progettisti già nel 1937 nello studio di Porta Nuova a Milano che vedrà l’arrivo di Achille solo nel 1944. I tre fratelli Castiglioni figurano tra i co-fondatori dell’ A.D.I.
  • MIlanese D.o.c. Insieme ai suoi fratelli rappresenta la punta di diamante dell’estetica e della creatività italiana. Milano è la base operativa ed il terreno fertile per il matrimonio tra creatività ed industria che darà immagine al termine “made in Italy” nelle decadi successive. Nello studio di Porta Nuova prima e in Piazza Castello poi, vengono concepite e formalizzate le linee guida dell’estetica moderna Italiana.
  • Accumulatore Compulsivo. La simpatia delle forme è un fenomeno semplice ed immediato da percepire, quanto oscuro e misterioso da approfondire. Achille era solito girare per mercatini e “robivecchi” alla ricerca di oggetti che per un qualche motivo lo affascinassero; per la forma, il colore, un qualche meccanismo da studiare. Non un semplice accumulatore compulsivo, ma piuttosto un appassionato ricercatore, che scavava nelle pieghe del piccolo artigianato portando alla luce soluzioni utili per il futuro mondo industriale.
  • Ammette “Uso solo compassi d’Oro”. Il premio Compasso D’Oro è il più antico ed autorevole nell’ambito del design. Nato da un’idea di Giò Ponti e sostenuta inizialmente dai grandi magazzini La Rinascente, verrà poi  gestito e curato  dall’A.D.I. a partire dal 1958. I fratelli Castiglioni (Achille e Pier Giacomo) fecero incetta di premi tra l’edizione del 1955 (lampada Luminator) e l’edizione del 1967 (Apparecchio ricevente 6 canali per traduzione simultanea via radio). Pier Giacomo morì nel 1968 e da allora Achille fu solitario protagonista delle edizioni del 1979 (lampada Parentesi e letto d’ospedale Omsa) del 1984 ( servizio di posate Dry per Alessi) e del 1989 con il Compasso d’Oro alla Carriera.
  • Dalla città alla sedia. La curiosità viva e mai sazia del grande Architetto lo portava ad esprimersi in ogni settore (o quasi) della civiltà umana. Nei suoi progetti su scala urbana come nelle posate, si percepisce forte la sua identità estetica e funzionale. Egli infatti era capace di concepire un intero universo partendo dai suoi piccoli componenti fino ad arrivare agli insediamenti umani.
  • Pioniere ed insegnante. All’apice della sua fulgida carriera, nel 1971, diventa presiede del corso di Progettazione Artistica per l’Industria presso il Politecnico di Torino mentre dal 1980 al 1993 è professore Ordinario di Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Attualmente nella sede di Milano Bovisa è presente una sala Convegni dedicata ai Fratelli Castiglioni.
  • Il mezzadro va in città. Lo spirito critico e decisamente non convenzionale che aveva sviluppato fina dalla tenera età, confrontandosi con maestri del calibro di Marcel Duchamp, lo trasportò spesso in viaggi al confine del surrealismo. La sedia Mezzadro rappresenta in se una rivincita dell’industria nei confronti del lusso. La semplicità della seduta da trattore unita all’eleganza del supporto in acciaio e dell’appoggio in legno costruiscono un oggetto raffinato, semplice e tutt’oggi venduto a cifre da capogiro per uno sgabello.
  • Archiviato ed esposto.  Come si è detto in precedenza Achille poteva essere confuso con un banale accumulatore compulsivo. La quantità di oggetti da lui collezionati ed i disegni e i modelli da lui prodotti supera l’immaginazione umana, ma può essere quantomeno intravista grazie al sapiente lavoro di classificazione ed archiviazione del suo materiale operato dalla figlia Giovanna, dalle sue storiche collaboratrici e dalla Fondazione Castiglioni, che le hanno raccolte in un museo nello Studio di Piazza Castello 27 a Milano.
  • Architettura Casa e Chiesa. Insieme a suo fratello Pier Giacomo dal 1956 si occuparono della progettazione e della costruzione della chiesa di San Gabriele Arcangelo in Mater Dei, completata poi nel 1959. Seguendo il loro particolare spirito creativo decidono di confondere il fabbricato della chiesa con il tessuto residenziale circostante, abolendo completamente lo spazio dedicato al sagrato. Le facciate della chiesa rimasero non finite fino al 2005, anno in cui si decise per una finitura pittorica in luogo dell’originale prevista in formelle di cotto.
  • Radio Amatori. Nel 1939 contribuì insieme ai fratelli Pier Giacomo e Livio a disegnare il primo modello di apparecchio radiofonico “portatile”;  utilizzando materiali non derivati dal petrolio (siamo prima della Seconda Guerra Mondiale). Venne concepita la pionieristica visione di un nuovo e portatile oggetto tecnologico. La paternità dell’oggetto non è tuttavia attribuita ad Achille, bensì ai suoi fratelli maggiori e Luigi Caccia Dominioni. Mentre Achille nel 1965 insieme al fratello Pier Giacomo diede la vita al Brionvega RR126, primo esempio di Radio a mobile scomponibile.
  • Padre biologico non dichiarato. L’idea che oggi definiremmo Virale, dello stesso Achille, è l’invenzione dell’interruttore rompi tratta (vlm); uno degli oggetti più presenti nelle case di mezzo mondo. Sembra paradossale ma ad Achille non venne mai riconosciuta la paternità legale della sua invenzione in quanto non firmò il progetto. A dire della figlia Giovanna fu il suo più grande orgoglio e (forse) il suo più grande rammarico.
  • Architetto Falegname. L’opera di Achille non fu quasi mai relegata ad un puro lavoro concettuale ed astratto di ricerca nel campo della forma-funzione. In adiacenza ai locali del suo Studio milanese era allestita una grande officina-laboratorio. In questo luogo polveroso e disseminato di scaffali ed attrezzi, più simile ad una falegnameria che ad uno studio professionale, nascevano tutti i prototipi concepiti da Achille.
  • Gli avevano promesso una cascata di diamanti… ma era solo un Film. Le opere dei fratelli Castiglioni e la loro popolarità hanno segnato il gusto e la moda di intere generazioni. Gli oggetti da loro disegnati sono tutt’ora dei best seller del design internazionale. Delle vere e proprie icone contemporanee, come testimoniano le numerose “comparsate” nei film dell’epoca, ad esempio la lampada Arco inserita nella scenografia del film 007-Una Cascata di Diamanti.
  • Meno di così non si può fare. L’essenzialità del disegno divenne quasi un’ossessione per i fratelli Castiglioni. Erano convinti, ed il tempo gliene diede ragione, che la semplicità dell’idea si dovesse trasferire immediatamente nella sua realizzabilità. Non solo una ricerca estetica fine a se stessa, ma una vera e propria filosofia, un atteggiamento che si sarebbe conciliato alla perfezione con gli obbiettivi della produzione industriale. Per certi versi una declinazione tutta italiana del “less is more” di Ludwig Mies van der Rohe.
  • Designer in fiera. La multiforme attività di Achille non si limitava, si fa per dire, alla progettazione architettonica di edifici ed oggetti di uso quotidiano. Ottenne un notevole successo infatti anche come progettista di allestimenti fieristici e temporanei, come testimoniato i 484 allestimenti da lui realizzati in tutta la sua carriera. Per lui si trattava di momenti unici dove afferrare in modo critico quasi caricaturale le valenze della progettazione, della produzione e della fruizione. Nel 2008 al museo Chiasso, nel Ticino, ha visto la luce una splendida mostra di questa sua fase creativa, intitolata “Achille Castiglioni (1918-2002) visionario. L’alfabeto allestitivo di un designer regista”.

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