Il capoluogo della Comunitat Valenciana si presenta al viaggiatore automunito che arriva da Barcellona come una moderna metropoli, dove le strade a scorrimento veloce costeggiano il litorale ed il sapore dell’aria di mare sembra solo un vago ricordo.
L’aggregato storico è la nostra prima tappa. Il sole sta quasi per tramontare quando ci mettiamo in cammino; quello che incontreremo nelle strade e nelle viuzze di questa parte di città sarà un esperinza unica.
La cultura di tatuare gli edifici, da queste parti, è profondamente radicata nella tradizione. Il colore la fa da padrone, come strumento indispensabile nella calda luce della Spagna meridionale; le forme si alternano tra un realismo allucinatorio e uno schematismo ironico, quasi simbolico.
Non ci sono limiti alle dimensioni. Dal piccolo segno rifinito ed allusorio si passa con disinvoltura all’intero prospetto di un edificio. Tematiche sociali e politiche si alternano ad animali fantastici, esseri umanoidi e motivi ornamentali senza che si avverta la minima incoerenza.
La tecnica prevalentemente utilizzata è quella del pennello, soprattutto per le opere di grandi dimensioni, ma si trovano anche ottimi esempi di stancil e spray.
I vuoti urbani, lasciati dalle demolizioni degli edifici pericolanti, diventano un laboratorio dove sperimentare forme e colori, dove installare opere d’arte che temporaneamente rivitalizzano quel luogo, in attesa di sorti diverse.
Non si tratta di un semplice camouflage, quanto di una vera e propria opera di arredo urbano, fotografata ed ammirata dal turista e dal cittadino, che si sentono in qualche misura rassicurati ed incuriositi da queste figure che vivono come un organismo naturale della città.