La solitudine non è per tutti

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Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: “Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene.”                                                                                                                             cit. La Haine – Mathieu Kassovitz

Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.

 

Ormai ci troviamo di fronte ad un bivio. Chi pensava che la vita digitale fosse una perdita di tempo e che le vere relazioni umane si dovessero consumare “vis a vis”, dovrà ricredersi. Azuma Hikari è la nuova tendenza in arrivo dal paese del sol levante. Si tratta di una figura olografica che si occuperà di noi e della nostra quotidianità, proprio come farebbe una vera compagna di vita premurosa, attenta e SMART!

 

 

L’aiuto che questa tecnologia è in grado di fornirci, può diventare un limite alla nostra capacità di acquisire esperienza?  I sensori di parcheggio, ad esempio, consentono a chiunque e con poco sforzo di effettuare una corretta manovra; se dobbiamo viaggiare siamo guidati da navigatori gps che vanificano l’utilità dei punti di riferimento fisici e non dobbiamo più ricordarci gli ingredienti delle ricette culinarie perché possiamo sempre consultarle on-line. Non dobbiamo più preoccuparci di sbagliare. La rapidità con la quale queste abitudini si sono strutturate nella nostra quotidianità è paragonabile al volo e l’ebbrezza che ne deriva, si porta via ogni possibilità di riflessione. Il problema però, non è la caduta.

 

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Le cosiddette Intelligenze Artificiali, in inglese A.I. (artificial intelligence), stanno acquisendo un certo livello di interattività e popolarità: dai più “elementari” algoritmi di Google che ci suggeriscono i lemmi di ricerca dopo aver digitato soltanto due lettere, fino ad arrivare a versioni più antropomorfe come SIRI (IOs) e CORTANA (Android); due maggiordomi dalla personalità femminile che ci aiutano nelle ricerche svolgendo la funzione di piccole aiutanti in scatola.

La parola d’ordine è SMART (trad. lett. INTELLIGENTE), aggettivo che ormai troviamo legato a qualsiasi oggetto, servizio, pensiero che sia nato dopo il 2008. Gli autori di una certa fantascienza del secolo scorso hanno già forse predetto il futuro della nostra società guidata dalle macchine intelligenti. Stiamo piano piano acquisendo un buon livello di confidenza con questi spiriti robotici e forse non ci rendiamo conto di quanto stiamo delegando al pensiero elettronico.

 

DA HATSUNE MIKU AD AZUMA HIKARI

La confidenza con gli ologrammi comincia a svilupparsi già dal 2009 quando ad esibirsi sul palco della Super Arena di Saitama c’era proprio Hatsune Miku, personaggio olografico, applicativo del vocaloid della Crypton Future Media.

Questa particolarissima quanto inquietante esibizione ha segnato un confine.

Le qualità tipiche di una star, che può ammaliare milioni di fan, sono state analizzate ed attribuite attraverso gesti, frequenze e movimenti ad un’entità non corporea. Il muro della diffidenza è infranto; il passo successivo si chiama Azuma Hikari. Si tratta appunto di una versione “domestica” della diva olografica, che ne ricalca i tratti essenziali, pur tradotti in maniera più consona alla figura di un’aiutante casalinga.

 

 

Azuma gestisce l’impianto domotico dell’abitazione e non solo. Oltre a regalarci un caldo risveglio, con la nostra musica preferita ed il caffè pronto, è in grado di organizzare gli appuntamenti di una giornata e tenerci compagnia con sms e messaggi vocali.

L’obbiettivo finale è la creazione di un rapporto e Azuma Hikari potrebbe riuscirci per davvero. Resta da chiedersi come si evolverà questa tecnologia e chissà se un domani non potremmo sostituire la figura olografica di Azuma con le sembianze di una persona reale.

Il comandante vi augura un Buon Atteraggio!

Azuma Hikari è già Storia.

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