Ludwig Mies van der Rohe TOP 15

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Less is more. Con quest’affermazione il Maestro Ludwig è passato alla Storia ed è sopravvissuto alle mode ed agli stili che lo hanno succeduto. Considerato insieme a Le Corbu,Walter Gropius e Frank Lloyd Wright il padre del Movimento Moderno in Architettura, è stato sia architetto che designer. Le sue opere di design sono tutt’oggi commercializzate, come la poltrona Barcellona e la sedia Brno, capisaldi dell’arredamento sobrio e sofisticato che Ludwig ha prodotto durante la sua brillante carriera.

  • Lo chiamavano Maria. Originario della città di Aquisgrana in Renania e registrato all’anagrafe come Maria Ludwig Michael Mies, conobbe subito la fatica del duro lavoro. Fin dalla tenera età aiutò suo padre nel lavoro alla cava di famiglia, dove apprese il mestiere di scalpellino. Ludwig avrebbe voluto dedicarsi alle arti applicate ed alle costruzioni, ma la situazione economica della famiglia lo spinse a cercare lavoro ovunque si trovasse.
  • Il primo a credere in me è stato Goebbels. Dopo il faticoso “praticantato” Ludwig venne assunto come disegnatore nello Studio Goebbles…nulla a che vedere con il Ministro della Propaganda più crudele della storia; solo un caso di omonimia. Fatto sta che l’esperienza non durò molto tempo.
  • Pur di mangiare disegno anche i mobili. Dopo la breve esperienza nello studio Geobbles comincia a frequentare l’atelier di Bruno Paul a Berlino, nel quale si occupa del disegno di mobilio. La leggenda narra che in questo atelier Ludwig sia stato iniziato ai primi misteri dell’Architettura.
  • Siamo i ragazzi di oggi. Dal 1907 al 1912 Ludwig percorre il sentiero più felice della sua acerba carriera. Nello Studio Behrens affronterà diversi progetti, anche a stretto contatto con Maestri del calibro di Walter Gropius e Le Corbu, diventando insieme a loro complice nella definizione del Movimento Moderno. L’opera più rappresentativa di questo periodo creativo e istruttivo è La Fabbrica di Turbine (Turbinefabrik) AEG di Berlino.
  • Mi piace andare ad Amsterdam. L’esperienza Olandese aprì i suoi orizzonti. I contatti e le influenze di De Stjil, ed in particolare lo studio delle opere di Theo van Doesburg, contribuiscono alla creazione di un’architettura funzionalista e lineare, composta e metropolitana. Ludwig inizia così a sperimentare e a vivere le nuove forme dell’abitare umano, quelle che arrivano dalla fiorente industria metallurgica dell’inizio del 1900.
  • Dalla poltrona al grattacielo. Il percorso di Ludwig è decisamente variegato e complesso. Il suo multiforme ingegno è impegnato fin dalla giovane età nella progettazione di manufatti ad ogni scala di grandezza. Dalla casa isolata, agli edifici per il lavoro e la produzione, grattacieli e arredi di grande successo. Il suo linguaggio sobrio e potente al tempo stesso ne fanno da subito un designer di successo; dal 1921 in poi si dedicherà alla progettazione di diversi edifici fondamentali per lo sviluppo del suo futuro linguaggio come il grattacielo sulla Friedrichstraße. Approfondimenti che torneranno sicuramente utili quando dovrà costruire il Seagram Building a New York oppure l’IBM Plaza di Chicago.
  • Architetto, designer e… influencer di successo. Nel 1922 Ludwig aderisce al Novembergruppe, un’associazione di artisti nata in Germania nel 1918 in ambienti espressionisti. Dal 1923 al 1926 collabora con la rivista G. Material fur elementare Gestaltung nella quale confluiscono aspetti e contributi che spaziano dal Dadaismo al Surrealismo fino al Neoplasticismo. In questo periodo prendono corpo le visioni essenzialiste del linguaggio di Mies, inizia lo studio sulle pareti completamente vetrate che generano volumi leggeri e luminosi in continuo dialogo tra interno ed esterno. Nel 1924 è il fondatore del Zehener Ring; un gruppo di circa dieci architetti il cui impegno si concentrò nel mutare radicalmente le tendenze delle municipalità tedesche a commissionare edifici pubblici concepiti secondo stili storici. Ci riuscirono.
  • Trovo l’America grazie ai…Nazisti. La carriera d’oltreoceano prende il volo dopo che il Bauhaus di Dessau e poi Berlino venne chiuso dalla Gestapo. Il periodo americano sarà ricordato dalla storia come il periodo dei grandi edifici; Mies arriva negli States con un curriculum di tutto rispetto ( aveva già realizzato il Padiglione Tedesco all’Expo di Barcellona del 1929) e subito diventa preside della scuola di Architettura al Chicago’s Armour Institute of Technology del quale ridisegnò diversi edifici, tra cui la famosissima Crown Hall.
  • Guardava i bulloni e parlava con Dio. Il dettaglio architettonico rappresenta l’armonia e la coerenza che si deve percepire anche nell’insieme dell’opera; con questo approccio in tutte le sue architetture si respira l’aria della vitalità e del silenzio. Proprio come in un corpo vivente ogni singola cellula collabora in sincronia con le altre al corretto funzionamento dell’organismo, così anche in un manufatto architettonico è positivo e corretto stabilire la suddetta sincronia.
  • Lilly Reich è la mia compagna creativa. La collaborazione tra i due dura complessivamente una decina d’anni, durante i quali Lilly affianca Mies nelle sue imprese più complesse e suggestive; ha curato la direzione artistica del Padiglione Tedesco all’Expo di Barcellona ed è stata anche la prima insegnante donna del Bauhaus durante la Presidenza di Ludwig. Non divenne mai la sua compagna di vita, avendo lui sposato nel 1913 Ada Bruhn.
  • L’ultimo direttore del Bauhaus. Il nome di Ludwig è stato la terza scelta dopo Gropius e Otto Haesler, forse non era proprio il suo destino. Il suo predecessore Hannes Meyer fu addirittura osteggiato da Kandinsky per la svolta materialistica che aveva impresso alla scuola. Ludwig intendeva dare alla scuola, in controtendenza con i suoi predecessori, un’impostazione più artigianale, architettonica, tecnica ed artistica. I suoi problemi furono però di natura esclusivamente politica; nel 1930 venne eletto ministro degli interni e della pubblica istruzione tal Wilhelm Frick del partito nazionalsocialista e cominciò in Germania la guerra interna all’arte ed alla cultura. Dopo la chiusura della sede di Dessau e la rocambolesca riapertura della scuola a Berlino, il 1935 fu l’anno della disfatta definitiva. Ludwig e Lilly emigreranno negli U.S.A. dove continueranno le rispettive carriere.
  • Architettura “pelle e ossa”. Questa curiosa e pittoresca definizione contribuisce a comprendere il valore aggiunto dell’Architettura di Ludwig. La sottrazione diventa una filosofia progettuale che riconduce il manufatto alla sua essenziale bellezza. Il lavoro del progettista diventa quello di uno scalpellino che sottraendo materia libera la figura dentro la pietra.
  • Penso Globale agisco Locale. Le opere di Ludwig sono state annoverate e ricordate come le capostipiti dello Stile Internazionale. Si tratta del cruciale matrimonio tra produzione industriale e produzione edilizia su grande e piccola scala. Le abitazioni private sono servite a Ludwig come terreno di prova per la sperimentazione dei processi progettuali, edilizi e costruttivi che porteranno alla realizzazione di edifici su scala più ampia. Il legame tra la cultura progettuale di Ludwig e la cultura produttiva dell’industria è visibilmente tangibile in ogni sua creazione, dalla sedia Barcellona al Seagram Building (realizzato con il collega Philip Johnson).
  • Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino mi aiutano a pensare. La ricerca della verità oggettiva, emotiva ed intellettuale è lo scopo del lavoro di Ludwig. Il suo rapporto con i mistici cristiani si risolve nella continua valutazione di una sincerità costruttiva come immagine della verità morale e formale delle sue opere. La sua visione dell’architettura si è sviluppata intorno al concetto di assenza del superfluo, inteso come vizio corruttore dell’esistenza umana.
  • Tutto il mio mondo in un Archivio. Per volontà testamentarie di Mies venne istituito l’Archivio Mies Van Der Rohe come sezione indipendente del Museo di Arte Moderna di New York. In questa sezione sono anche presenti i lavori di Lilly Reich con la quale ha condiviso una decade della sua vita creativa. Esiste anche un’altro archivio presso l’Università dell’Illinois a Chicago ed un’altro a Montrèal presso il  Canadian Center for Architecture.

 

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