Gae Aulenti Top 15

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La sua storia racconta l’Italia dal secondo dopoguerra in poi, quando costruire era necessario e quando l’architettura era un mondo esclusivamente maschile. Gaetana Aulenti, con la sua opera e con la sua tenacia, è riuscita a superare innumerevoli barriere ed ostacoli, imponendosi come figura simbolo dell’architettura italiana al femminile.

 

  • La Nonna era terribile! Originaria di una famiglia medio borghese del sud Italia, composta da intellettuali e professionisti, la piccola Gae ricorderà in maniera poco affettuosa le “premure” della temutissima nonna Calabrese. Su tutte spicca l’imposizione del nome Gaetana.
  • Vedo macerie ovunque. La sua carriera è iniziata nell’Italia del secondo dopoguerra, quando la ricostruzione e la conservazione del patrimonio architettonico nazionale era la prima emergenza. La vista delle macerie prodotte dai bombardamenti alleati la perseguiterà per tutta la vita.
  • Clienti di un certo livello. Poco tempo dopo la laurea e l’abilitazione le sue prime commesse private arrivarono dalla famiglia Agnelli, con la quale collaborerà per buona parte della sua carriera, dal gruppo Olivetti per il quale realizzerà edifici per uffici e showroom ed infine… BAT MAN! Nel 1965 infatti realizzò la celebre lampada Pipistrello. Non ammise mai l’origine della committenza, ma siamo convinti che fosse proprio il miliardario Bruce Wayne, grande amico di Agnelli ed Olivetti!
  • Instancabile progettista. Durante tutta la sua carriera/vita, Aulenti concepì e produsse una quantità di progetti e disegni da far impallidire chiunque di noi. Si tratta di un archivio con circa 630 progetti di architettura, per un totale di circa 3600 disegni su lucido… per la maggior parte in formato A0!
  • Il sigillo Longobardo. La sua brillante carriera intellettuale venne riconosciuta anche tramite diverse Onorificenze. Oltre alla nomina come Cavalliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, alla Medaglia d’Oro ai benemeriti della Cultura e dell’Arte, alla Legione d’Onore Francese, nel 1999 le viene conferito anche il Sigillo Longobardo. Si tratta di un anello in oro di fattura simil-longobarda, assegnato dalla Regione Lombardia ai suoi esponenti più illustri nei campi più disparati a favore di tutta la Regione. Il sigillo è stato conferito anche a Gualtiero Marchesi (Chef) e Uto Ughi (Violinista).
  • Fumatrice incallita. Chi l’ha conoscituta non ha ricordi di Gae senza una sigaretta in mano. Persino durante le interviste non poteva separarsi dalla sua “matita fiammeggiante”. Ironia della sorte (o forse no), nel 2015, in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco la fondazione Umberto Veronesi fece installare un gigantesco mozzicone di sigaretta proprio in Piazza Gae Aulenti a Milano, nell’ambito dell’iniziativa “Spegni l’ultima!”
  • Cini compagna di “trincea”. Non si può parlare tanto di amicizia, quanto di condivisione di status. Nessuna delle due ha mai dato molta importanza alla misoginia del mondo dell’architettura, ma il lavoro di entrambe ha contribuito ad emancipare il ruolo della donna architetto nei decenni successivi.
  • Archistar? Non amava i titoli e le etichette quanto amava le sue sigarette e le sue architetture. Nonostante fin dalla più tenera età professionale avesse affrontato sfide di prim’ordine, non ha mai gradito lo stravagante e per certi versi “superficiale” appellattivo di Archistar. Il suo obbietivo era focalizzato sull’essenza del progetto, piuttosto che sulla sua capacità comunicativa e spettacolare.
  • Concorsi? Ha partecipato a numerosi concorsi pubblici e su invito, addirittura presiedendo e/o prendendo parte a diverse giurie. In un’intervista del recente passato, ricordando la sensazione che provava nel valutare i lavori di tanti suoi meno illustri colleghi, affermò di avere la sensazione di trovarsi spesso di fronte a tante brutte caricature di Frank Gehry.
  • Termovalorizzatori. Ebbene si, la prolifica mente della nostra Gae ha concepito e sviluppato ben due termovalorizzatori nel periodo di tempo compreso tra il 2005 ed il 2010. Per essere precisi la firma sui progetti è dello studio GA Architetti Associati, società fondata nel 2005 con gli architetti Buffoni, Fenaroli e Massa, suoi storici collaboratori. L’unico termovalorizzatore realizzato si trova a Forlì ed è stato costruito nel 2008.
  • Una carriera internazionale. Il mondo non aveva confini per Gae! Da subito la sua capacità di trascendere il formalismo del movimento moderno la portò a confrontarsi con sfide lontane dalla sua base operativa. Dai primi showroom Olivetti a Parigi (1965) e Buenos Aires (1968) per poi tornare a Parigi nella stupenda Gare d’Orsay (1980/86) la famosa stazione frequentata anche dal commissario Maigret; un progetto di restauro e rifunzionalizzazione decisamente ambizioso, che la catapulta nel gotha dell’architettura mondiale.
  • Architettura Neo-Liberty. Nel periodo in cui Gae matura la sua consapevolezza progettuale e compositiva il Movimento Moderno rappresentava quasi un paradosso; incarnava ancora lo spirito rivoluzionario e positivo delle origini, oppure rappresentava una comoda e formalizzata alternativa allo storicismo tipico del primo dopoguerra? Gae non amava molto le etichette storico-culturali e anzi, cercava di stabilire un ruolo italiano nella modernità degli anni ’60 e ’70 attraverso la sua ricerca progettuale.
  • Casabella. In linea con lo spirito del tempo in cui cresceva il suo spessore intellettuale, Gae sbarca nella redazione di Casabella (1955-1965)  diretta dall’architetto Ernesto Nathan Rogers (con il nome di Casabella-Continuità). La cultura architettonica milanese in cui operava era segnata dalla presenza del Movimento studi architettura (MSA) della rivista Casabella, appunto. Riunendo i migliori architetti non accademici della realtà milanese, il MSA nacque con lo scopo di ricucire l’epoca della ricostruzione postbellica con il razionalismo architettonico europeo degli anni Venti e Trenta.
  • Architetto intellettuale. Il lavoro di Gae, oltre che pratico e “sudato” , sviluppava sempre una forte componente culturale e speculativa. Numerosi sono i libri scritti a due e quattro mani durante la sua carriera, tra i quali ricordiamo “Il Laboratorio di Prato” oppure “Quartetto della maledizione. Materiali per Rigoletto, Cavalleria e Pagliacci, Fanciulla”; si dedicò alla redazione di numerosi articoli scientifici pubblicati per Domus e Casabella. Nel 1966, come direttore artistico Centro Fly casa è la prima a sperimentare e realizzare il concetto di grande magazzino per l’arredo ed il complemento!
  • Il Peggior Architetto Italiano. Ogni volta che mi è capitato di entrare in una opera di Gae Aulenti sono stato preso da una cupa disperazione. Generata da oggetti fuori scala, eseguiti sciattamente, affiancati o contrapposti a melense smancerie.” Il critico dell’architettura Luigi Prestinenza Puglisi non ha dubbi a riguardo. Invidia o saggezza?

 

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