Come cambierà il lavoro dell’Architetto dopo il COVID – 19

SarannoARCHITETTI

La COVID-19 (acronimo dell’inglese COronaVIrus Disease 19), è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus.

Diciamolo.. è il virus che cambierà il mondo. Nel modo di vivere lo spazio, i rapporti ed anche il lavoro.

 

L’ARCHITETTO DEL FUTURO

1_LIMITARE GLI SPOSTAMENTI

Partendo dal presupposto che saremo tutti più poveri, la maggior parte di noi continuerà a lavorare in smart working. In questo modo sarà possibile risparmiare sulla baby sitter, sui pasti fuori casa e sulla lavanderia. (dovendo cambiarci solo dalla vita in su)

Questo sarà utile anche per il pianeta che avrà così meno inquinamento, meno dispendio di energia e meno rumore nell’aria. (almeno fino a quando non inizieranno a dire che il wireless fa male alla salute)

Attraverso le videochiamate del nostro smartphone, e con le adeguate applicazioni saremo in grado di eseguire:

  • Sopralluoghi
  • Presentazione progetti
  • Direzione lavori
  • Riunioni
  • Colloqui
  • Rapporti con gli organi Comunali
  • Rapporti con fornitori ed imprese

 

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2_ELABORATI GRAFICI

Dimenticatevi planimetrie, sezioni e prospettive ambientate. 

Le piazze, le strade ed i giardini verranno apprezzati per la loro forma ed estetica e non ci saranno le solite figure umane a dare profondità e coprire i difetti. Anche le silhouette, alle quali siamo abituati, verranno modificate. No gruppi di persone, no famiglie felici, no abbracci e strette di mano… al massimo qualche timido individuo con il cane al guinzaglio.

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3_STRUMENTI DI LAVORO

Nei rari casi in cui saremo costretti a muoverci da casa, non potranno mancare insieme agli strumenti di misurazione i famosi DPI: mascherina, occhiali, guanti e detergente gel.

Partendo dal presupposto che queste protezioni erano utili alla nostra professione anche prima del COVID – 19 (per la quantità di polveri sottili che ci sono nei cantieri), da questo momento in poi non ne potremo veramente più fare a meno.

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4_STANDARD DIMENSIONALI

Dimenticatevi le misure con le quali abbiamo progettato fino ad oggi. Aboliti i tavoli 80×80, i corridoi stretti ed i divani a due posti. Inizieremo a progettare con gli standard dimensionali americani, dove l’individuo medio non pesa meno di 100 kg. Su questo tema possiamo darvi una mano con l’articolo precedentemente pubblicato “Architettura fuori misura“.

La cosa si ripercuoterà anche negli spazi pubblici, nelle dimensioni dei marciapiedi, delle panchine e nella quantità di persone nei teatri e nei cinema. Avremo così una diversa qualità della vita che sarà però inevitabilmente “per pochi”.

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5_PROGETTAZIONE DEGLI SPAZI

Esattamente come “Non c’è sesso senza amore”, non ci sarà casa senza balcone o spazio esterno che sia. La possibilità di auto-produrre cibo non sarà, come era oggi, semplice passatempo ma diventerà una vera e propria necessità. Torneremo ad essere principalmente erbivori, come lo erano i nostri nonni e la carne diventerà un lusso del quale godere solo una volta a settimana (forse).

Per le costruzioni esistenti invece, verranno progettate “gabbie da finestra“, per permettere ai meno fortunati di coltivare, allevare polli o più semplicemente prendere un pò d’aria fresca per permettere alle vitamine di fare il loro compito.

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6_CREDITI FORMATIVI

Per quanto riguarda questo punto non dovete preoccuparvi. Sarete sempre costretti ad accumulare 60 crediti ogni tre anni. Quelli di deontologia on-line, in estrema sicurezza, e quelli in sede senza mascherina.

Salvo nei pochi appuntamenti con le archistar, i posti sono sempre quasi tutti liberi.

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Drawings Credits: Leewardists

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